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Vajont

Il Vajont è un luogo che porta con sé una delle pagine più drammatiche della storia italiana contemporanea. Qui, il 9 ottobre 1963, una frana staccatasi dal Monte Toc precipitò nel bacino artificiale della diga, provocando un’onda gigantesca che travolse i paesi sottostanti, tra cui Longarone, causando quasi duemila vittime. Oggi, la diga del Vajont – alta 261 metri – rimane in piedi come un monumento alla memoria, ma anche come testimonianza di ingegneria e monito contro gli errori dell’uomo di fronte alla natura.

Fotografare il Vajont significa catturare la forza e la fragilità dell’uomo di fronte alla natura.

Il luogo conserva un’atmosfera solenne e toccante, che invita al silenzio e alla riflessione. La gola profonda, la parete della diga e i resti della frana creano un paesaggio unico, dove fotografia e memoria si intrecciano in scatti potenti e intensi. Non si tratta solo di un sito storico, ma di un paesaggio emozionante, che sa trasmettere forza e fragilità insieme.

Per i fotografi, il Vajont è un luogo di forte impatto visivo: le linee della diga, le ombre della gola, i contrasti tra pietra e cielo, ma anche i dettagli delle lapidi e dei percorsi della memoria. È un reportage visivo che unisce paesaggio, architettura e sentimento.

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